zero point records |
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Paganini
Sonatas |
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Curriculum CD |
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NICOLÒ
PAGANINI Centone
di Sonate [M.S. 112] |
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Sonata
prima |
[00:50] [03:45] [03:10] |
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Sonata
terza |
[00:44] [04:09] |
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Sonata
quarta |
[02:59] [05:29] |
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Sei Sonate op.3 [M.S.27] |
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Sonata
seconda |
[03:37] [02:12] |
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Sonata
sesta |
[01:42] [01:49] |
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Sonata
Concertata per violino e chitarra [M.S.2] |
[05:59] [03:43] [02:47] |
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Sonata a
preghiera su un tema dei Mosè [M.S.23] |
[03:09] [01:09] [00:37] [00:42] [01:00] |
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20. Cantabile in Re maggiore [M.S. 109] | [03:36] | ||||
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dal libretto del CD: Il violino e la chitarra: due grandi amori di Niccolò Paganini |
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" C'era un uomo, uno Spagnolo, un chitarrista che viaggiò a lungo con
Paganini: era prima dell'epoca della grande gloria ufficiale di Paganini. Quei
due conducevano la bella vita vagabonda degli zingari, dei musicisti ambulanti,
della gente senza famiglia e senza patria. I due, violino e chitarra, davano
concerti ovunque passassero. Per parecchio tempo errarono in quel modo per
diversi paesi". |
Sappiamo, invece, che dal padre apprese prima il mandolino e poi il violino, come asserì egli stesso nella Notice Autobiographique pubblicata nel 1830 a Parigi. Già nel 1795 un Paganini appena tredicenne eseguì pubblicamente la sua prima composizione destinata all'insieme violino-chtarra, il Carmagnuola con variazioni. E' singolare che questa prima opera e le due ultime composizioni, le Variazioni sul Barucabà e l'Allegro vivace a movimento perpetuo, realizzate entrambe nel 1835, siano state concepite per la formazione violino-chitarra a testimoniare, fatalmente, il favore costantemente accordato dal maestro genovese a questa combinazione strumentale. Tale repertorio era forse destinato ad esecuzioni private, come ci ricorda l'autorevole testimonianza su Paganini scritta da Hector Berlioz in Les soirées de l'orchestre: "Altre volte, quando il violino lo affatiami troppo, prendeva dalla sua borsa una raccolta di duetti per violino e chitarra da lui stesso composti e, in compagnia di un dignitoso violinista tedesco, M. Sina, che esercita ancora la sua professione a Parigi, egli suonava la parte della chitarra traendo da questo strumento effetti straordinari. Così suonavano i due, Sina, il modesto violinista |
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e Paganini, l'impareggiabile chitarrista, a quattr'occhi
attraverso le lunghe serate, senza che od una tersa persona, foss'anche la più
meritevole, venisse consentito l'accesso." Val la pena rammentare che
proprio lo stesso Berlioz venne in possesso della chitarra Grobert già
appartenuta a Paganini, avvenimento, questo, che suggellò ancor più un'antica
amicizia basata sulla stima reciproca e sulla predilezione per lo strumento che entrambi i musicisti utilizzavano, al posto del pianoforte, nel loro lavoro compositivo. Certo è che Paganini dovette tenere molto anche ad eseguire in pubblico il repertorio per violino e chitarra se a Torino, conosciuto ed ascoltato al Teatro Carignano il chitarrista Luigi Legnani, da lui definito 'primo suonatore di quell'istrumento', aveva progettato una serie di 'accademie' da tenere in comune. Progetto che mai fu portato a compimento, forse a causa delle cattive condizioni di salute del sommo violinista, come ci attesta, in data 30 Ottobre 1836, la rescissione del contratto precedentemente stipulato fra i due artisti. I brani contenuti in questo disco rappresentano una selezione tra gli oltre cinquanta componimenti destinati al duo prediletto. Il Centone di Sonate, dal quale si ascoltano la prima, la terza e la quarta sonata, fu titolo postumo attribuito ad un'opera |
distinta in tre diversi fascicoli, contrassegnati dalle lettere a,
b e c, ciascuno dei quali contiene sei sonate. La stesura di queste
composizioni risale al periodo trascorso da Paganini a cavallo tra il 1828 ed il
1829 a Praga, città nella quale si trovava in tournée per una serie di
concerti. Qui egli acquistò la carta da musica, recante la dicitura C. Haming'schs Notenpapier-Prag, sulla quale avrebbe poi redatto l'opera. Non è tuttavia da escludere che il geniale violinista si fosse deciso ad una tardiva o definitiva stesura di opere concepite precedentemente al 1828. Il termine sonata, relativamente alle composizioni per violino e chitarra, fu definitivamente abbandonato dal compositore ancor prima ch'egli iniziasse la sua tournée boema. Il Centone di Sonate, infatti, in una copia non autografa di provenienza genovese (come si evince dalla scritta in filigrana della Cartiera G.B. Grillo di Voltri), è conosciuto ancora sotto il titolo di Divertimenti per violino e chitarra. In realtà, i brani contenuti nel Centone non si possono definire sonate in senso stretto, quanto divertimenti appunto o forse, più propriamente, sonatine. Titolo, quest'ultimo, che appare più coerente con lo stile e la forma in essi impiegati. Il primo di questi duetti inizia con un'Introduzione inquieta e turbinosa cui fa séguito un tempo di marcia |
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dal ritmo pulsante, intercalato da un disinvolto cantabile
esposto in modo maggiore; quindi la ripresa del tempo primo la cui conclusione
è affidata ad una vorticosa coda. Il Rondoncino, col quale termina la prima
sonata, include una serie di temi incastonati senza soluzione di
continuità, fra la stessa gioiosa melodia che apre e chiude il brano. La terza
sonata, di struttura più semplice, consta di due soli movimenti. Il primo
è un prestissimo che si schiude verso il secondo, un Larghetto
cantabile toccante e voluttuoso che ricorda, a tratti, una romanza d'opera.
Caratteristica, questa , che pervade anche il primo movimento, Adagio
cantabile, con cui inizia la quarta sonata. Segue un lungo Rondò che
si svolge in forma assai libera sebbene contenga il caratteristico e prevedibile
"ritomo" del tema iniziale. L'Opera 3 - dedicata "alla Ragazza Eleonora" - riconosciuta dagli storia in quella Eleonora Chicca Quilici per la quale il compositore aveva disposto un lascito testamentario - fu stampata da Ricordi nel 1820 unitamente all'op.2, quantunque la data di composizione di entrambi i lavori sia da collocare tra il 1805 ed il 1809. Nella seconda sonata tratta dall'op. 3 ascoltiamo un Adagio caratterizzato da una morbida cantabilità, tutta costruita sulle corde doppie (soprattutto terze), mentre il successivo |
Andantino (scherzoso) è un originale rondò
zampillante di vivacità, giocato su un tema dal tipico ritmo puntato, su rapide
progressioni e su un finale serrato e scintillante. Nella sesta sonata,
ultima dell'op. 3 la melodia del primo movimento Andante
(innocentemente) si contrappone, con la sua struggente semplicità, a quello
successivo, assai spigliato ed a tratti beffardo, giocato sugli effetti
violinistici delle terze doppie e del pizzicato. Fin qui alla chitarra è
demandato un ruolo d'accompagnamento e di sostegno armonico al violino che si
muove assai più liberamente. Ben diverso è il caso della Sonata Concertata, composta nel 1803 e dedicata alla nobile genovese Emilia Di Negro. E' indicativo che, in una copia non autografa, questa sonata venga intitolata dall'ignoto copista Sonata per chitarra con accompagnamento di violino, forse per conformità alla Gran Sonata per chitarra sola con accompagnamento di violino, composta nello stesso periodo, nella quale il violino svolge, però, una funzione così modesta da renderne addirittura superflua la presenza. Nella Concertata, invece, la chitarra ed il violino giuocano un ruolo paritario basato sulla spiccata originalità del materiale tematico e sul perfetto equilibrio sonoro. Il primo tempo, Allegro spiritoso costruito secondo lo schema |
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della forma-sonata, è affidato alle mutazioni ed al
"rimandi" tematici fra i due strumenti che si rincorrono, in un gioco
serrato ed avvincente. Delicatamente sognante e soffusa di dolce malinconia è l'atmosfera evocata nell'Adagio assai espressivo, dove l'assoluta libertà di dialogo fra i due strumenti ed alcune inaspettate modulazioni d offrono un saggio tra i più beffi dell'estro creativo paganiniano, che ben riflette la suggestiva espressione baudeleriana ".... l'air mistériaux .... un air mourant exécuté par l'archet délirant de Paganini, et cet air sympathique vous parle de vous-même, et semble vous raconter tout votre poeme intérieur d'espérances perdues." Completa la Sonata il Rondeau, che espone uno di quei festosi ritornelli di danza tanto cari all'autore, sempre così attento a riportare ritmi e melodie popolari, fondendoli con la sua inesauribile inventiva. La Sonata a preghiera su un tema del Mosè di G. Rossini, fu scritta da Paganini dopo la ripresa napoletana dell'Opera, tenuta al teatro San Carlo nel 1819. Fu in quell'occasione che il maestro pesarese aggiunse al Mosè in Egitto la celebre preghiera "Dal tuo stellato soglio". La Sonata fa parte di quel gruppo di composizioni "sulla quarta corda" alle quali appartengono anche la Sonata Napoléon e la Sonata Maria Luisa |
che utilizzano preminentemente il sistema della 'scordatura'
sull'ultima corda del violino. La quarta corda, infatti, viene in questo caso
innalzata d'una terza minore su esplicita disposizione del compositore. La Sonata
si apre con un'Introduzione in cui, il tema della preghiera, accorato e
malinconico. viene ripetuto in diversi registri e seguito da una ripresa in modo
maggiore che si chiude su una cadenza di bravura. Fa seguito il Tema in tempo
alla marcia e tre variazioni. L'uso frequente di armonici e di
subitanee cadenze (come nella prima e seconda variazione), dell'arco in
prossimità del ponticello del violino e figurazioni ritmiche pulsanti e
variegate (terza variazione e finale), fanno di quest'opera, dai contenuti
musicali in verità poco consistenti, un esempio peculiare di trovate
strumentali ed effetti sorprendenti. L'opera, originariamente composta per violino ed orchestra, viene qui presentata in versione per violino e chitarra. Conclude l'ascolto il Cantabile in re maggiore (originale per violino e piano forte), prezioso modello di suggestivo e malinconico mèlos, tutto pervaso da elegante intimismo e sinuosità liriche, che ben rappresentano l'aspetto più squisitamente romantico del bizzarro animo paganiniano. Giovanni Grano, 1994 |
Giovanni Grano ha suonato sulle chitarre: Josè
Ramirez 1974 e Kolya Panhuyzen 1994. Registrato allo Zero Point Recording Studio (Kramsach/Austria)
nel luglio 1994 Per contatti: zero point records Digital tape and harddisk recorder used during session recording, mixing, editing and mastering. All rights of the producer
and of the owner of the work reproduced reserved. Manufactured by Sony DADC/Austria |
Printed in Austria 1993. Copyright 1993 by zeropoint records, Zeindl & Romagna GnbR/Austria. |
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