zero point records

Paganini Sonatas
for Violin and Guitar

Curriculum
Indice
Edizioni
Revisioni

CD
Romantic Music
Paganini Sonatas
Phantasia
Autumnal

Repertorio

Critiche

RealAudio

Archivio fotografico

Paganini Sonatas

 

NICOLÒ PAGANINI
1782-1840

Centone di Sonate [M.S. 112]
(Fascicolo pimo)

Sonata prima
1. Introduzione (larghetto)
2. Allegro maestoso (tempo di marcia)

3. Rondoncino (allegro)


[00:50]
[03:45]
[03:10]
 

Sonata terza
4. Introduzione (prestissimo)

5. Larghetto cantabile


[00:44]
[04:09]
 

Sonata quarta
6. Adagio cantabile
7. Rondò (andantino allegretto)


[02:59]
[05:29]
 

Sei Sonate op.3 [M.S.27]

Sonata seconda
8. Adagio (con dolcezza)
9. Andantino (scherzoso)


[03:37]
[02:12]
 

Sonata sesta
10. Andante (innocentemente)

11. Allegro vivo e spiritoso


[01:42]
[01:49]
 

Sonata Concertata per violino e chitarra [M.S.2]
12. Allegro spiritoso
Real Audio RM
13. Adagio assai espressivo
Real Audio RM
14. Rondeau (allegretto con brio, scherzando)
Real Audio RM


[05:59]
[03:43]
[02:47]
 

Sonata a preghiera su un tema dei Mosè [M.S.23]
(Rev. di G.Grano)
15. Introduzione (adagio)
16. Tema (tempo alla marcia)
17. Variazione prima
18. Variazione seconda (allegro)
19. Variazione terza

[03:09]
[01:09]
[00:37]
[00:42]
[01:00]
 
20. Cantabile in Re maggiore [M.S. 109] [03:36]

 


Foto originale di Niccolò Paganini


    


Giovanni Grano and Vadim Brodsky

Giovanni Grano
Vadim Brodsky

dal libretto del CD: Il violino e la chitarra: due grandi amori di Niccolò Paganini

" C'era un uomo, uno Spagnolo, un chitarrista che viaggiò a lungo con Paganini: era prima dell'epoca della grande gloria ufficiale di Paganini. Quei due conducevano la bella vita vagabonda degli zingari, dei musicisti ambulanti, della gente senza famiglia e senza patria. I due, violino e chitarra, davano concerti ovunque passassero. Per parecchio tempo errarono in quel modo per diversi paesi".
Fin qui la leggenda, in ossequio al mito romantico del musicista "wanderer", così descritta nel pamphlet Del vino e dell'hashish dato alle stampe da Charles Baudelaire nel 1851. Quest'episodio, fra i tanti di cui son costellate le biografie su Niccolò Paganini, spesso oscillanti fra il romanzo e l'aneddoto, ci introduce al repertorio per violino e chitarra contenuto in questo disco. Il grande violinista coltivò nel corso della sua vita tale connubio strumentale, complice, anche, una giovanile infatuazione per la chitarra.
Nella sua produzione musicale la chitarra occupa, parallela e spesso concomitante al violino, un posto di rilievo. Resta ancora misterioso ed aperto a varie congetture come e dove Paganini abbia appreso i rudimenti dello strumento. Egli, infatti, non fece mai alcun accenno al suo apprendistato chitarristico.

Sappiamo, invece, che dal padre apprese prima il mandolino e poi il violino, come asserì egli stesso nella Notice Autobiographique pubblicata nel 1830 a Parigi. Già nel 1795 un Paganini appena tredicenne eseguì pubblicamente la sua prima composizione destinata all'insieme violino-chtarra, il Carmagnuola con variazioni. E' singolare che questa prima opera e le due ultime composizioni, le Variazioni sul Barucabà e l'Allegro vivace a movimento perpetuo, realizzate entrambe nel 1835, siano state concepite per la formazione violino-chitarra a testimoniare, fatalmente, il favore costantemente accordato dal maestro genovese a questa combinazione strumentale. Tale repertorio era forse destinato ad esecuzioni private, come ci ricorda l'autorevole testimonianza su Paganini scritta da Hector Berlioz in Les soirées de l'orchestre: "Altre volte, quando il violino lo affatiami troppo, prendeva dalla sua borsa una raccolta di duetti per violino e chitarra da lui stesso composti e, in compagnia di un dignitoso violinista tedesco, M. Sina, che esercita ancora la sua professione a Parigi, egli suonava la parte della chitarra traendo da questo strumento effetti straordinari. Così suonavano i due, Sina, il modesto violinista 


e Paganini, l'impareggiabile chitarrista, a quattr'occhi attraverso le lunghe serate, senza che od una tersa persona, foss'anche la più meritevole, venisse consentito l'accesso." Val la pena rammentare che proprio lo stesso Berlioz venne in possesso della chitarra Grobert già appartenuta a Paganini, avvenimento, questo, che suggellò ancor più un'antica amicizia basata sulla stima reciproca e sulla predilezione per lo strumento
che entrambi i musicisti utilizzavano, al posto del pianoforte, nel loro lavoro compositivo.
Certo è che Paganini dovette tenere molto anche ad eseguire in pubblico il repertorio per violino e chitarra se a Torino, conosciuto ed ascoltato al Teatro Carignano il chitarrista Luigi Legnani, da lui definito 'primo suonatore di quell'istrumento', aveva progettato una serie di 'accademie' da tenere in comune. Progetto che mai fu portato a compimento, forse a causa delle cattive condizioni di salute del sommo violinista, come ci attesta, in data 30 Ottobre 1836, la rescissione del contratto precedentemente stipulato fra i due artisti.
I brani contenuti in questo disco rappresentano una selezione tra gli oltre
cinquanta componimenti destinati al duo prediletto. Il Centone di Sonate, dal quale si
ascoltano la prima, la terza e la quarta sonata, fu titolo postumo attribuito ad un'opera
distinta in tre diversi fascicoli, contrassegnati dalle lettere a, b e c, ciascuno dei quali contiene sei sonate. La stesura di queste composizioni risale al periodo trascorso da Paganini a cavallo tra il 1828 ed il 1829 a Praga, città nella quale si trovava in tournée per una serie di concerti.
Qui egli acquistò la carta da musica, recante la dicitura C. Haming'schs Notenpapier-Prag, sulla quale avrebbe poi redatto l'opera. Non è tuttavia da escludere che il geniale violinista si fosse deciso ad una tardiva o definitiva stesura di opere concepite precedentemente al 1828. Il termine sonata, relativamente alle composizioni per violino e chitarra, fu definitivamente abbandonato dal compositore ancor prima ch'egli iniziasse la sua tournée boema. Il Centone di Sonate, infatti, in una copia non autografa di provenienza genovese (come si evince dalla scritta in filigrana della Cartiera G.B. Grillo di Voltri), è conosciuto ancora sotto il titolo di Divertimenti per violino e chitarra. In realtà, i brani contenuti nel Centone non si possono definire sonate in senso stretto, quanto divertimenti appunto o forse, più propriamente, sonatine. Titolo, quest'ultimo, che appare più coerente con lo stile e la forma in essi impiegati. Il primo di questi duetti inizia con un'Introduzione inquieta e turbinosa cui fa séguito un tempo di marcia 

dal ritmo pulsante, intercalato da un disinvolto cantabile esposto in modo maggiore; quindi la ripresa del tempo primo la cui conclusione è affidata ad una vorticosa coda. Il Rondoncino, col quale termina la prima sonata, include una serie di temi incastonati senza soluzione di continuità, fra la stessa gioiosa melodia che apre e chiude il brano. La terza sonata, di struttura più semplice, consta di due soli movimenti. Il primo è un prestissimo che si schiude verso il secondo, un Larghetto cantabile toccante e voluttuoso che ricorda, a tratti, una romanza d'opera. Caratteristica, questa , che pervade anche il primo movimento, Adagio cantabile, con cui inizia la quarta sonata. Segue un lungo Rondò che si svolge in forma assai libera sebbene contenga il caratteristico e prevedibile "ritomo" del tema iniziale.
   L'Opera 3 - dedicata "alla Ragazza Eleonora" - riconosciuta dagli storia in quella Eleonora Chicca Quilici per la quale il compositore aveva disposto un lascito testamentario - fu stampata da Ricordi nel 1820 unitamente all'op.2, quantunque la data di composizione di entrambi i lavori sia da collocare tra il 1805 ed il 1809. Nella seconda sonata tratta dall'op. 3 ascoltiamo un Adagio caratterizzato da una morbida cantabilità, tutta costruita sulle corde doppie (soprattutto terze), mentre il successivo 
Andantino (scherzoso) è un originale rondò zampillante di vivacità, giocato su un tema dal tipico ritmo puntato, su rapide progressioni e su un finale serrato e scintillante. Nella sesta sonata, ultima dell'op. 3 la melodia del primo movimento Andante (innocentemente) si contrappone, con la sua struggente semplicità, a quello successivo, assai spigliato ed a tratti beffardo, giocato sugli effetti violinistici delle terze doppie e del pizzicato. Fin qui alla chitarra è demandato un ruolo d'accompagnamento e di sostegno armonico al violino che si muove assai più liberamente.
   Ben diverso è il caso della Sonata Concertata, composta nel 1803 e dedicata alla nobile genovese Emilia Di Negro. E' indicativo che, in una copia non autografa, questa sonata venga intitolata dall'ignoto copista Sonata per chitarra con accompagnamento di violino, forse per conformità alla Gran Sonata per chitarra sola con accompagnamento di violino, composta nello stesso periodo, nella quale il violino svolge, però, una funzione così modesta da renderne addirittura superflua la presenza. Nella Concertata, invece, la chitarra ed il violino giuocano un ruolo paritario basato sulla spiccata originalità del materiale tematico e sul perfetto equilibrio sonoro. Il primo tempo, Allegro spiritoso costruito secondo lo schema 

della forma-sonata, è affidato alle mutazioni ed al "rimandi" tematici fra i due strumenti che si rincorrono, in un gioco serrato ed avvincente.
Delicatamente sognante e soffusa di dolce malinconia è l'atmosfera evocata nell'Adagio assai espressivo, dove l'assoluta libertà di dialogo fra i due strumenti ed alcune inaspettate modulazioni d offrono un saggio tra i più beffi dell'estro creativo paganiniano, che ben riflette la suggestiva espressione baudeleriana ".... l'air mistériaux .... un air mourant exécuté par l'archet délirant de Paganini, et cet air sympathique vous parle de vous-même, et semble vous raconter tout votre poeme intérieur d'espérances perdues."
Completa la Sonata il Rondeau, che espone uno di quei festosi ritornelli di danza tanto cari all'autore, sempre così attento a riportare ritmi e melodie popolari, fondendoli con la sua inesauribile inventiva.
   La Sonata a preghiera su un tema del Mosè di G. Rossini, fu scritta da Paganini dopo la ripresa napoletana dell'Opera, tenuta al teatro San Carlo nel 1819. Fu in quell'occasione che il maestro pesarese aggiunse al Mosè in Egitto la celebre preghiera "Dal tuo stellato soglio". La Sonata fa parte di quel gruppo di composizioni "sulla quarta corda" alle quali appartengono anche la Sonata Napoléon e la Sonata Maria Luisa 
che utilizzano preminentemente il sistema della 'scordatura' sull'ultima corda del violino. La quarta corda, infatti, viene in questo caso innalzata d'una terza minore su esplicita disposizione del compositore. La Sonata si apre con un'Introduzione in cui, il tema della preghiera, accorato e malinconico. viene ripetuto in diversi registri e seguito da una ripresa in modo maggiore che si chiude su una cadenza di bravura. Fa seguito il Tema in tempo alla marcia e tre variazioni. L'uso frequente di armonici e di subitanee cadenze (come nella prima e seconda variazione), dell'arco in prossimità del ponticello del violino e figurazioni ritmiche pulsanti e variegate (terza variazione e finale), fanno di quest'opera, dai contenuti musicali in verità poco consistenti, un esempio peculiare di trovate strumentali ed effetti sorprendenti. L'opera, originariamente
composta per violino ed orchestra, viene qui presentata in versione per violino e chitarra.
   Conclude l'ascolto il Cantabile in re maggiore (originale per violino e piano forte), prezioso modello di suggestivo e malinconico mèlos, tutto pervaso da elegante intimismo e sinuosità liriche, che ben rappresentano l'aspetto più squisitamente romantico del bizzarro animo paganiniano.

Giovanni Grano, 1994


Giovanni Grano ha suonato sulle chitarre: Josè Ramirez 1974 e Kolya Panhuyzen 1994.
Vadim Brodsky ha suonato sul violino Gennaro Gagliano 1747.

Registrato allo Zero Point Recording Studio (Kramsach/Austria) nel luglio 1994
Ingegnerizzato e prodotto da: R. Romagna
Riproduzione di copertina di: Ch. Grederer (Schwaz/Austria)
Foto artistiche di: G. Butturini (Brescia/Italia)
Foto del violino di Paganini grazie al Comune di Genova / Italia
Foto della chitarra di Paganini grazie al Museè Instrumental / Parigi
Foto originale di Paganini grazie al Prof. Settimia Moretti (Conservatorio di Pesaro)
Design e layout di: Ch. Grasl e W. Zeindl (Schwaz/Austria)

Per contatti: zero point records
A-6233 Kramsach 216c /Austria
Tel.: (+43)1(0)5337164992

Digital tape and harddisk recorder used during session recording, mixing, editing and mastering.

All rights of the producer and of the owner of the work reproduced reserved.
Unauthorized copying, hiring, lending, public performance and broadcasting of this record prohibited.
Made in Austria 19934

Manufactured by Sony DADC/Austria


zero point records

Printed in Austria 1993. Copyright 1993 by zeropoint records, Zeindl & Romagna GnbR/Austria.


Curriculum
: [ Indice ] [ Archivio fotografico ] [ Edizioni ] [ Repertorio ] [ Critiche ] [ RealAudio ]
Discografia: [ Romantic Music for Guitar ] [ Paganini Sonatas ] [ Phantasia ]

seicorde.it