Se è vero che dietro ad ogni grande allievo c'è un grande insegnante è necessario rivolgersi, sin dall'inizio, a professionisti che possano essere davvero efficaci nel rendere corretto l'apprendimento della pratica strumentale nei principianti. Dai bambini alle prime armi, sino alla scelta del docente in Conservatorio
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Non è un dubbio che toglie il sonno, ma quando bisogna scegliere un insegnante per mandare un bambino a lezione o, più grandicello, quando egli stesso vorrà seguire un corso di perfezionamento, capire qual è il maestro migliore è una domanda che ci siamo posti tutti.
Iniziamo a dire che gli insegnanti non sono tutti uguali. Non sarà politically correct affermarlo, ma è la pura verità.
Che nei Conservatori o nelle scuole di musica vengano retribuiti tutti allo stesso modo, salvo minime differenze legate all'anzianità, non deve indurci a pensare che la qualità che esprimono nelle aule sia la stessa.
La prima, imprescindibile, caratteristica è la competenza. Certificata dal possesso di un titolo di studio. Salvo eccezioni, che come da proverbio confermano la regola, un professionista deve aver conseguito un diploma, oggi una laurea in musica. La chitarra è entrata come corso ordinario in Consevatorio da ormai 30 anni, è inaccettabile quindi che un insegnante di meno di 50 anni ne sia sprovvisto.
Appurato che il "prof" eserciti il mestiere a pieno diritto, bisogna considerare l'approccio e gli obiettivi dello studente. Difficilmente la chitarra viene messa in mano prima degli otto/nove anni. E a quell'epoca è molto improbabile che una famiglia possa avere le idee chiare. Nel dubbio consiglio di rivolgersi sempre a una scuola organizzata, che sia comunale, associativa o privata, dove una qualità minima è comunque di solito garantita. Alla larga dai maestri che danno solo lezioni private, la possibilità di controllarne l'operato è minima e il rischio di perdere tempo prezioso è concreto.
Negli anni delle medie hanno compiuto negli ultimi tempi un robusto passo in avanti le scuole ad indirizzo musicale. Sono distribuite in modo omogeneo in tutta Italia, sono gratuite, e hanno un corpo docente di prim'ordine. Gli insegnanti, inoltre, hanno mantenuto un sano equilibrio con la realtà musicale che circonda i ragazzi e riescono nelle loro lezioni a trovare una sintesi tra le richieste di svago a quelle di una sostanziosa crescita tecnica e musicale.
Dopo le medie, per i ragazzi più motivati e di maggiore talento, si apre un bivio: Licei musicali e, finché la legge lo permette, l'ingresso nei Conservatori. Non me ne vogliano i docenti dei Licei, ma continuo a considerare l'opportunità di studiare in Conservatorio una chance migliore. Perché è in quegli atenei che i ragazzi diventeranno professionisti, tanto vale entrarci prima possibile. Ma, e qui arrivano le noti dolenti, non bisogna commettere passi falsi. Quando è possibile è bene rivolgersi a maestri che hanno svolto una reale attività concertistica, meglio se di livello internazionale, anche in seguito abbandonata. Perché se è vero che un maestro che ha dimostrato di saper suonare benissimo non è detto sia un insegnante ideale, è assai improbabile che un maestro che non sia mai salito sul palcoscenico possa trasferire una competenza e un'esperienza che non ha mai acquisito. Dietro un grande allievo c'è sempre un grande insegnante.
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